Sul confine che divide i vivi dai morti, madre e figlia si separano, costrette dai dettami di una legge immutabile.
Tra di loro l'abisso della violenza che ha trasfigurato Kore in Persefone, oscura e triplice negazione di sé.
Su di loro lo sguardo silenzioso di chi lavora la terra, e si prepara ad un nuovo inverno,
nella speranza che non lasci tracce indelebili.
“Tre volte sui cardini funestamente stridettero le porte; tre volte gridò lugubre con tremendo rimbombo l’Etna conscio del Fato.
Ma da nessun segno ella è trattenuta, da nessun prodigio.”
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